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Nulla è per caso; con 3 carte te lo spiego.

Nulla è per caso: che frase romantica!

Molto romantica e piuttosto fraintesa…

Che ti piaccia o meno – e che tu ci creda oppure no – la nostra vita, le nostre scelte, le nostre azioni, le nostre reazioni… tutto è guidato quasi interamente da una parte di noi che non conosciamo e neanche vediamo.

Non voglio definirla “inconscio” perché non ho studiato psicologia e non mi piace usare a vanvera una terminologia di cui non ho profonda conoscenza; né userò il vocabolo “anima”, che oggi è una parola che vuol dire tutto e non vuol dire niente… dirò solo che siamo molto meno coscienti e razionali di quanto ci piaccia credere.

Ergo siamo poco o nulla coscienti del fatto che, involontariamente e inconsapevolmente, facciamo accadere la maggior parte degli eventi che ci accadono.
Eh già, li facciamo accadere noi. Ne siamo responsabili.
E questo non lo dico io: lo provano decenni di studi sulla mente umana.

Da qui nasce il monito «nulla è per caso», che ci raccomanda di interrogarci sul reale e profondo nesso causale tra ciò che facciamo (con “pensieri, parole, opere e omissioni”) e ciò che ci accade.

Destino
Caso, causa, sincronicità, destino...?
Caso, causa, sincronicità, destino…?

«Nulla è per caso» significa semplicemente: “Occhio, che molto probabilmente quel che ti sta capitando è causa tua: di un tuo comportamento, di un tuo atteggiamento, di una tua credenza”.
Ossia ci esorta a non attribuire sistematicamente alla casualità eventi che hanno una precisa causalità, interna a noi, solo per il fatto che questa causalità ci sfugge.

Ovviamente non tutto ciò che ci accade è nostra responsabilità. Ci possono essere cause del tutto esterne a noi; e c’è, ovviamente, il puro e semplice caso.
Fermo restando che agli eventi causati da qualcosa di esterno (tra cui annoveriamo il caso) siamo noi a reagire secondo i nostri schemi interni – coscienti o meno.

Ora, c’è chi al caso non ci crede. Così come c’è chi, fottendosene dei decenni di studi sopra menzionati, non crede a una causalità interna a noi e di cui non siamo coscienti.
E allora ecco arrivare i “messaggi dell’Universo”, i “segni del Destino” e il fraintesissimo detto “il caso non esiste”.
Per non menzionare l’abusatissima “sincronicità”.

Facciamo chiarezza.

Il caso non esiste: è l’Universo che ci parla!
(ah sì?…)

È vero, l’Universo ci parla; ma… col caso, che ci parla!

Ogni cosa che succede attorno a noi può essere un messaggio.
Se in una giornata mi imbatto in quattro o cinque oggetti a forma di cuore, potrebbe essere un messaggio.
Se sto preparando una frittatina per pranzo, e in quel momento Spotify passa “La frittata” di Nino Manfredi, sembra chiaramente che sia un segno del destino.
Se nei miei pensieri c’è la fanciulla di cui mi sono incapricciato, e per gioco pesco una carta dal mio mazzo di Marsigliesi e viene fuori l’Innamorato, sarà certamente un presagio!
Giusto?

Sbagliato.

Tutto ciò che accade viene interpretato da noi.
Se ha un senso, ha un senso per noi.
È in noi che suscita delle emozioni.
E sopratutto – guarda caso – siamo noi a cogliere con facilità il messaggio che qualcuno (?) ci sta inviando, e che altre persone nemmeno noterebbero.
Ma… tutta questa partecipazione da parte nostra non è un pizzico sospetta?

Mi spiego peggio.

Un raccontino sulla sincronicità.

Esco da casa e trovo a terra un portachiavi a forma di ferro di cavallo; poi più avanti, camminando in un vicolo pieno di murales, vedo il disegno di un cavallo sul muro; passo davanti a un negozietto e mi accorgo che la radio sta trasmettendo il ritornello di Samarcanda (“oh oh, cavallo!”); arrivo a casa dell’amico che sono andato a trovare, e lui sta leggendo un articolo sul Palio di Siena; infine ci mettiamo a giocare a tressette, e nelle mie giocate capitano un sacco di cavalli.
Ma che cosa vorrà dire?

Ecco… la fanciulla di cui sono innamorato fa equitazione: tutto torna!
L’Universo, il Destino, il Cosmo, il Grande Spirito… mi stanno parlando di lei!

Certo, facile come fare due più due.
Ma proviamo a osservare i fatti da un’altra prospettiva.

Mi sono preso una sbandata per una cavallerizza; e siccome al cuor non si comanda, penso molto a lei durante la giornata.
Da quando la conosco, alcune cose che prima per me erano indifferenti, adesso hanno un nuovo sapore, un nuovo colore…

Prima di incontrare lei, non avrei fatto particolarmente caso a un cavallo dipinto su un muro: gli avrei dato la stessa importanza degli altri murales.
E ascoltando il mio amico che mi parla del Palio di Siena, non avrei pensato immediatamente ai cavalli: avrei piuttosto ricordato dei bei viaggi fatti in quella città e nei suoi dintorni.
Il portachiavi a ferro di cavallo, poi, lo avrei visto subito come segno di buona fortuna, piuttosto che associarlo al cavallo.

caso

La verità è semplicemente che la mia attenzione è spostata!
Ed è molto plausibile che io nemmeno me ne accorga, se non ho l’abitudine di portare l’attenzione sulla mia attenzione.

Il fatto che io noti tutte queste coincidenze casuali, le associ tra di loro e ne ricavi un senso (rendendole dunque coincidenze significative, ossia sincronicità), significa che dentro di me c’è un messaggio che la mia parte più sommersa, più nascosta, vuole comunicare alla mia coscienza.
Il “messaggio dell’Universo” è davvero un messaggio, sì… ma da parte di me stesso!
Il mio messaggero interiore sta facendomi notare che la mia attenzione è spostata dal suo solito focus, e mi sta illustrando anche il motivo.

In questo mi sta dicendo: “Hey! non ti sei accorto di quant’è forte la cotta che ti sei preso per la tua bella cavallerizza?”

E, insomma, per concludere…

C’è davvero un messaggio.
Solo che viene da dentro, e non da fuori.

“Ma allora” – potresti ribattere – “che importanza ha da dove provenga il messaggio? L’importante è prestarvi orecchio!”

Eh, no, cari miei!
È essenziale essere consapevoli delle nostre dinamiche interiori! Perché – a dispetto dell’espressione “beata ignoranza” – è la profonda conoscenza di chi siamo e di come funzioniamo che può portarci non dico alla beatitudine, ma perlomeno alla serenità.

Quindi, per l’amor del cielo, smettiamo di parlare dei segni del destino: prendiamo coscienza del fatto che i “segni” vengono da dentro di noi, e assumiamocene la responsabilità.

Il Destino è dentro di noi.

Il messaggio...
...proviene dal fondo...
...per manifestarsi numinosamente.

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