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5 o 9; chi è lo sciamano?
Qualche giorno fa, un mio amico studioso del Tarot – un ragazzo dotato di grande curiosità, preziosissima qualità – ha domandato nella chat del nostro gruppo di studio: “Quale arcano rappresenta lo sciamano?”. Al che una nostra amica – appartenente a quel genere di persone di cui vi consiglio di circondarvi, ossia quelle con cui è sempre arricchente avere uno scambio – ha risposto a bruciapelo: “L’eremita!”. Ora, a me che ho avuto la ventura di avere a che fare con sciamani autentici – e non con quei personaggi che si autodefiniscono “sciamani” ma che in realtà mettono in pratica, in maniera farlocca, delle conoscenze di seconda o terza mano –…
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666: oh, merda, il Diavolo mi è entrato in casa!
Mi è entrato il Diavolo in casa! Tempo fa, a caccia di testimonianze sulle credenze popolari in merito ai tarocchi, ho iniziato a intervistare persone incontrate per strada (le interviste le trovi tutte qui).A Messina mi imbattei in un personaggio pittoresco che candidamente dichiarò: “I tarocchi fanno parte del satanismo, vengono considerati come qualcosa che porta al male. Le persone che fanno i tarocchi col tempo si avvicinano al Diavolo e si allontanano da Gesù; perché chi fa i tarocchi […] crea problemi a chi li riceve […] e sono anche delle persone non veritiere, perché dicono falsità, ti imbrogliano…” Ora, lasciando perdere il satanismo – che è un termine…
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Nulla è per caso; con 3 carte te lo spiego.
Nulla è per caso: che frase romantica! Molto romantica e piuttosto fraintesa… Che ti piaccia o meno – e che tu ci creda oppure no – la nostra vita, le nostre scelte, le nostre azioni, le nostre reazioni… tutto è guidato quasi interamente da una parte di noi che non conosciamo e neanche vediamo. Non voglio definirla “inconscio” perché non ho studiato psicologia e non mi piace usare a vanvera una terminologia di cui non ho profonda conoscenza; né userò il vocabolo “anima”, che oggi è una parola che vuol dire tutto e non vuol dire niente… dirò solo che siamo molto meno coscienti e razionali di quanto ci piaccia…
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Chi ha paura della morte?
Nell’iconografia antica, una delle molteplici rappresentazioni della morte è uno scheletro munito di falce. Il Tarocco di Marsiglia ritrae la minacciosa e inquietante figura nell’arcano XIII – l’arcano senza nome. Oggi anche la persona tarologicamente più analfabeta sa che le immagini del Tarot possono (devono!) essere lette a vari livelli. Persino i cani e i porci sanno che l’arcano XIII può simboleggiare un cambiamento profondo, radicale, magari doloroso o spaventoso. E non c’è bisogno di essere filosofi per capirne il motivo: di fatto la morte è la trasformazione più radicale – e a volte più spaventosa – alla quale, ineluttabilmente, tutti gli esseri viventi vanno incontro. Occorre però ricordare che ogni icona…
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Shub.
Alcuni giorni fa una collega studiosa di tarocchi mi ha chiesto come si dice “conversione” in tarocchese, specificando che la conversione a cui si riferiva è quella che nell’Antico Testamento è legata al termine ebraico “shub”. Colto alla sprovvista e non conoscendo l’ebraico, ho fatto una rapida analisi: cos’è una conversione?Null’altro che il radicale mutamento di un pensiero, un’opinione, un’abitudine… o, ovviamente, della fede e delle credenze religiose. Le ho risposto dunque che volendo esprimere il concetto generale di conversione con una sola icona, questa sarebbe – banalmente – l’arcano XIII. Ma poiché la domanda della collega era ben circoscritta, sono andato poi a studiare il significato della parola shub,…
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Facciamo un gioco divinatorio!
Chi mi conosce sa che il mio modo di usare il Tarot è molto lontano dalla mantica: evito sempre di fare il veggente, e tento piuttosto di apportare ai miei consultanti un contributo evolutivo, che possa in qualche modo migliorare la loro vita.Credo fortemente che porre al Tarot una domanda focalizzata sul futuro sia – nella maggior parte dei casi – non solo inutile ma anche potenzialmente dannoso, e sicuramente segno di un livello di coscienza non particolarmente elevato… (quanta presunzione in queste sentenze, eh? ^_^) Tuttavia oggi ho deciso di andare a visitare – assieme a te, se vorrai accompagnarmi in questo viaggio – le misteriose sponde della predizione…
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Di speranza, disperazione, amore, denaro e coronavirus.
Noi italiani siamo un popolo meraviglioso. È straordinaria, per esempio, la nostra capacità di coltivare nel cuore la speranza. Sopratutto quando un’analisi lucida e razionale ci fornirebbe tutti gli elementi necessari a renderci conto che quella nostra specifica speranza, a cui siamo così legati, è null’altro che illusione. Un esempio nel quale spesso mi imbatto offrendo consulenze tarologiche è la domanda ricorrente: “Tornerà da me?” (con tutte le sue varianti, tipo: “Le cose tra di noi ricominceranno ad andar bene?”, oppure: “Cambierà per me il suo modo di essere?”). Domande che spesso celano (anzi rivelano) una duplice illusione: quella che lui/lei possa tornare da noi, per esempio, ma sopratutto quella…
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“Non saprei: sono soltanto un germe!”
L’altro ieri i «ricordi» di Facebook mi hanno mostrato un vecchio post; una frase che ho letto chissà dove, e che ho riportato pari pari sul social: “I germi non infettano il corpo, a meno che esso non abbia bisogno del loro aiuto”.Ho riletto i commenti e ho scosso la testa.Immagino di averla scossa esattamente allo stesso modo tre anni fa, quando ho osservato per la prima volta le reazioni al mio post.Il primo commento è stato: “Secondo quale teoria scientifica?”Seguito da altri di analogo tenore. Lo capisco.Nel nostro mondo l’attitudine nei confronti delle infezioni è quella di combatterle – che sia con farmaci, coi rimedi naturali o con le macumbe…